SE NON VUOI FARLO PER TE, FALLO PER I TUOI FIGLI

Nello svolgere quotidianamente l'attività della pianificazione finanziaria noto, negli ultimi tempi, un cambiamento nella consapevolezza delle persone con cui interagisco quando si affronta il tema della previdenza complementare. Se fino a qualche anno fa riscontravo un rifiuto anche solo nel sentir nominare le parole "fondo pensione", ora noto una maggior consapevolezza nel ritenere insufficiente la pensione futura che dovremmo, e qui il condizionale è d'obbligo, percepire dall'Inps.
Se da una parte, questo comportamento rappresenta una novità positiva, dall'altro non risulta ancora sufficiente per risolvere la problematica.
Mi sento di ricordare che, per quanto concerne i lavoratori del settore privato, è possibile destinare, oltre ai versamenti volontari, alla previdenza complementare il proprio TFR, che oltre a non pesare nulla sul relativo conto economico mensile (è il datore di lavoro che versa, non voi), gode di importanti agevolazioni fiscali.
Leggendo ed analizzando i numeri dell'Inps e considerando le prospettive di bassa natalità e di precarietà del mondo del lavoro, ci si dovrebbe aspettare la fila al di fuori degli uffici dei consulenti finanziari per voler autonomamente aderire alla previdenza complementare.
In realtà oltre a non esserci la fila, nonostante la consapevolezza di non percepire in futuro la pensione che prendono o hanno preso i nostri nonni e / o i nostri genitori, si riscontra ancora una considerevole resistenza nel decidere di aderire alla previdenza integrativa.
Nella maggior parte dei casi, questa resistenza deriva dalla ritenuta mancanza di libertà nel poter attingere alle somme destinate al fondo pensione in caso di necessità. 
Vediamo innanzitutto di sfatare questo falso mito; in caso di effettiva necessità si possono richiedere sia anticipazioni che riscatti al proprio fondo pensione. 

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Vediamo i casi in cui si può richiedere un'anticipazione:

  • spese sanitarie: in caso di situazioni sanitarie gravi per sé, coniuge e i propri figli, si può richiedere un'anticipazione in qualsiasi momento per un importo pari al 75%.
  • acquisto e ristrutturazione prima casa per sé, per il coniuge o per i figli: si può richiedere fino al 75% decorsi 8 anni dalla data di adesione.
  • qualsiasi esigenza: decorsi 8 anni si può richiedere un'anticipazione sino al 30%.

Vediamo ora i casi in cui si possono chiedere i riscatti (oltre chiaramente al momento di pensionamento):

  • in caso di mancata occupazione dai 12 ai 48 mesi si può chiedere il riscatto nella misura del 50%, superati i 48 mesi nella misura del 100%.
  • in caso di invalidità permanente o di capacità lavorativa ridotta a 1/3 riscatto al 100%
  • riscatto totale agli eredi in caso di premorienza

Dopo che abbiamo visto che in realtà, per reali esigenze, si può attingere a questo tesoretto, mi sento di di fare una considerazione personale: il fatto che non possiate disinvestire soldi dal vostro fondo pensione per motivi futili (rispetto all'importanza dell'obiettivo prefissato) sarà la vostra salvezza per riuscire ad ottenere il vostro obiettivo: dopo una vita di lavoro non doversi trovare in condizioni di difficoltà una volta andati in pensione e diventare un peso per le persone a voi care. Riuscire a raggiungere questo obiettivo infatti, vi consentirà di farcela con le vostre forze senza dover gravare sui vostri figli, infatti come dice il titolo dell'articolo, se non volete farlo per voi, fatelo per i vostri figli, per non gravare su di loro proprio nel momento in cui loro dovranno prendersi cura, magari, dei vostri nipoti...