CRYPTOVALUTE E GUADAGNI (O PERDITE) STRAORDINARIE: COSA DOBBIAMO SAPERE

Nelle ultime settimane si è parlato molto dei Bitcoin e delle Cryptovalute. Ma sappiamo realmente di cosa si sta parlando? 

Prima di poter parlare di Cryptovalute occorre aver ben chiaro il concetto di Blockchain.

La blockchain nasce nel 2008 quando viene reso pubblico il white paper Bitcoin, che nasce per rispondere alla domanda di gestione delle transazioni sulla rete internet basata su una moneta virtuale utilizzabile senza l’intervento di istituzioni centralizzate.

A seguito di questo è stato creato, nel 2009, il primo blocco di bitcoin da Satoshi Nakamoto (un nome virtuale, che nasconde ancora oggi l’identità dell’ideatore di tale tecnologia).

Ma quale è la rivoluzione? La possibilità di fare scambi di moneta tra soggetti che non si conoscono senza necessariamente passare per una banca centrale con la possibilità di estromettere gli istituti finanziari.

Questo sistema, che esclude la terza parte che fa da garante alle transazioni, si deve basare sulla fiducia tra i 2 soggetti diretti che si scambiano moneta.

Se da un lato le cryptovalute e i bitcoin soprattutto, dimostravano di poter garantire sicurezza e affidabilità per la tracciabilità delle operazioni (basata sulla fiducia perché tutti potrebbero vedere tutte le transazioni), dall’altro dimostrano una grossa falla in tema di assenza di regole sulla gestione delle identità degli attori. In pratica, si può sapere tutto sulle transazioni effettuate, grazie all’immutabilità e quindi nessuno può falsificare transazioni, ma non si può conoscere l’identità di chi acquista o vende beni utilizzando queste monete virtuali. 

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Ma veniamo ora al concetto di investimento legato alle cryptovalute; innanzitutto stiamo parlando di un mondo che non è ancora regolamentato da istituti finanziari e che non è autorizzato da banca d’Italia e da consob; in poche parole non puoi acquistare bitcoin dal dossier titoli della tua banca.

L’unico modo per farlo è iscriversi a piattaforme che attestano di operare in tal senso; piattaforme non autorizzate che non garantiscono la possibilità di esser tutelati in nessun modo in caso di furto o di truffa. 

Si sono viste oscillazioni enormi soprattutto negli ultimi mesi.

Questo perché le notizie che ruotano intorno a questo mondo si modificano alla velocità della luce; perché è un mondo in cui la speculazione la fa da padrone, e anche perché l’assenza di tracciabilità nelle transazioni ha anche attirato l’attenzione di criminalità organizzate e di tutti coloro i quali necessitano di nascondere i propri possedimenti. 

Tale investimento dovrebbe anche esser riportato nel quadro RW della dichiarazione dei redditi il che prevede il pagamento di imposte; ma cosa ancor più importante è la presenza di un buco normativo in merito alla tassazione da eventuali plusvalenze ottenute: non è considerata una rendita finanziaria e si rischia quindi di andare a sommare la somma eventualmente riportata sul proprio conto corrente con i redditi da lavoro e veder quindi aumentata la propria aliquota Irpef. 

Insomma con un investimento in cryptovalute si può guadagnare tantissimo, così come perdere tutto; ma soprattutto si rischia di rimanere in un limbo in cui non si sa cosa comporterebbe riportare i soldi sul proprio conto corrente. 

Se avete approfondito ancor di più l’argomento rispetto a quanto questo breve articolo possa aver fatto, se siete disposti ad accettare di poter perdere tutto e di non sapere se riportare i vostri soldi sul conto corrente, investite pure in cryptovalute.

Se non sapete invece neanche distinguere tra un Certificates e un’obbligazione vi consiglierei di lasciar stare.