In questi ultimi giorni Credit Suisse, sull’orlo del precipizio, è stata acquisita dalla connazionale Ubs con il benestare dell’autorità di regolamentazione finanziaria svizzera, la FINMA.
Senza passare per l’assemblea degli azionisti per facilitare il buon esito dell’acquisizione, è stato deciso di azzerare il valore delle obbligazioni Additional Tiger 1 (AT1) per un ammontare di circa 16 miliardi.
Le AT1 sono titoli di debito finanziario definiti “perpetui”, non è quindi prevista una scadenza. Hanno un rating creditizio inferiore alle altre tipologie di obbligazioni emessi dalla stessa banca; questo perché oltre ai normali rischi presenti in tutte le altre tipologie di obbligazioni, quello di maggior importanza è proprio il rischio di mancato rimborso; in funzione del maggior rischio presentano una maggiore redditività è vista la loro complessità possono essere acquistate dagli investitori istituzionali e non dai risparmiatori (se non attraverso l’utilizzo dei fondi comuni).
Proprio gli investitori istituzionali stanno minacciando di fare causa, in quanto si sta prediligendo il rimborso agli azionisti ancor prima che agli obbligazionisti seppur “perpetui”.
La diversificazione può aiutare in questi casi? Ovviamente si, in quanto non avrebbe permesso di avere in portafoglio esclusivamente Credit Suisse.
Inoltre, grazie alla tabella pubblicata oggi su Milano Finanza, dalla quale si evincono le maggiori posizioni dei fondi comuni sulle obbligazioni AT1 di Credit Suisse, si può capire quanto, con una corretta diversificazione, anche avendo in portafoglio uno strumento il cui valore si azzera, questo risulti insignificante in termine di perdita potenziale del portafoglio stesso.
Per fare un esempio, ipotizziamo di avere un capitale di 100.000€ investiti al 60% in azioni e 40% obbligazioni; dei 40.000€ investiti nel comparto obbligazionario il 30% (12.000€) viene investito nella sottocategoria High Yield europeo. È stato selezionato il fondo gestito da Nordea che è composto al 2,03% dell’obbligazione perpetua di Credit Suisse.
In questo caso la perdita derivante dalla banca svizzera sarebbe dello 0,24% sul totale del capitale investito, ossia 243€.
Questo è un esempio concreto di quanto, costruire un portafoglio diversificato e decorrelato sia necessario per non portare a casa perdite ingenti.Ciò che è accaduto e che sta accadendo all’istituto bancario elvetico mi dà modo di tornare, in modo pratico, sull’importanza del concetto di diversificazione.
In questi ultimi giorni Credit Suisse, sull’orlo del precipizio, è stata acquisita dalla connazionale Ubs con il benestare dell’autorità di regolamentazione finanziaria svizzera, la FINMA.
Senza passare per l’assemblea degli azionisti per facilitare il buon esito dell’acquisizione, è stato deciso di azzerare il valore delle obbligazioni Additional Tiger 1 (AT1) per un ammontare di circa 16 miliardi.
Le AT1 sono titoli di debito finanziario definiti “perpetui”, non è quindi prevista una scadenza. Hanno un rating creditizio inferiore alle altre tipologie di obbligazioni emessi dalla stessa banca; questo perché oltre ai normali rischi presenti in tutte le altre tipologie di obbligazioni, quello di maggior importanza è proprio il rischio di mancato rimborso; in funzione del maggior rischio presentano una maggiore redditività è vista la loro complessità possono essere acquistate dagli investitori istituzionali e non dai risparmiatori (se non attraverso l’utilizzo dei fondi comuni).
Proprio gli investitori istituzionali stanno minacciando di fare causa, in quanto si sta prediligendo il rimborso agli azionisti ancor prima che agli obbligazionisti seppur “perpetui”.
La diversificazione può aiutare in questi casi? Ovviamente si, in quanto non avrebbe permesso di avere in portafoglio esclusivamente Credit Suisse.
Inoltre, grazie alla tabella pubblicata oggi su Milano Finanza, dalla quale si evincono le maggiori posizioni dei fondi comuni sulle obbligazioni AT1 di Credit Suisse, si può capire quanto, con una corretta diversificazione, anche avendo in portafoglio uno strumento il cui valore si azzera, questo risulti insignificante in termine di perdita potenziale del portafoglio stesso.
Per fare un esempio, ipotizziamo di avere un capitale di 100.000€ investiti al 60% in azioni e 40% obbligazioni; dei 40.000€ investiti nel comparto obbligazionario il 30% (12.000€) viene investito nella sottocategoria High Yield europeo. È stato selezionato il fondo gestito da Nordea che è composto al 2,03% dell’obbligazione perpetua di Credit Suisse.
In questo caso la perdita derivante dalla banca svizzera sarebbe dello 0,24% sul totale del capitale investito, ossia 243€.
Questo è un esempio concreto di quanto, costruire un portafoglio diversificato e decorrelato sia necessario per non portare a casa perdite ingenti.